OmissisDe Luca, la nausea e duecentomila assunzioni

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Caro presidente De Luca, abbiamo un po’ di nausea. No, non quella di Sartre, anche se il vecchio filosofo esistenzialista c’azzecca molto con lo spettacolo commovente di queste ore, vista l’influenza su molte delle menti che da un paio di giorni allietano i rari spazi vuoti delle nostre giornate. E poi, l’età dell’adolescenza l’abbiamo superata da un pezzo. La nausea circolante adesso è, invece, quella di chi è reduce da un bella sbornia, una di quelle prese in memorabili serate con gli amici e che, a volte, degenerano in conati insopprimibili. Ecco, a furia di leggere e rileggere le reazioni alla sua meravigliosa esternazione a Matrix, se ne ricava lo stesso effetto, stomaco in subbuglio e gas risorgenti, lucidità mentale compresa.

 

Ci perdonerà, ove mai le capitasse di leggerci (ma a giudicare dai non meno di 10 articoli quotidiani di questo giornale presenti nella sua rassegna stampa giornaliera, immaginiamo che le possa succedere) un certo alito pesante.

Un po’ ci ha delusi, egregio presidente, per alcune piccole ragioni che riassumiamo tra qualche domanda e istintive riflessioni.

Ma come le è saltato in mente di star lì a precisare, rinnovare stima, fare retromarcia, insufflando in taccuini e microfoni fantozziani un rispetto istituzionale verso la deputatessa Rosaria Bindi, finto almeno quanto il coro degli indignados de’ noantri? Peraltro, dopo aver detto a Matrix una verità autoevidente, che anche se fosse stata rubata sarebbe andata bene lo stesso: come si fa a non auspicare la “morte” di chi commette infamie come quella fattale dalla curiale deputatessa del Pd a 48 ore dalla partita più importante di tutta una vita?

Bisognerebbe metterle in fila le porcherie a cominciare dalla sparatoria in petto nudo (il suo) azionata ad usum giustizieri, secondini e squinternati vari, gli stessi di questi giorni comici, cui si aggiungono anche esponenti ed amici del così detto centro-destra locale (e non) ridottisi a suggerire e diffondere la lettura del Fatto quotidiano sul -udite udite- “sistema clientelare” deluchiano. Quando è stato il loro miracolato turno, infatti, quelli del centrodestra erano un esercito di educande. E qui, caro De Luca, torna il discorso della nausea.


Lasci perdere le querele, non ha nulla da approfondire coi suo legali per vedere se ci sono gli estremi per citare i colleghi di Mediaset, lei sa difendersi molto bene, non c’è bisogno di altri fascicoli, carte bollate e timbri, di quale violenza privata e attentato alla privacy parla? Ma cosa gliene frega dal momento che in ciò che ha detto si rivede almeno il 90% di chi vi abbia assistito? Tanto lo sa, lei non va giù a molti per antipatia personale -e questo lo possiamo capire- ma ci conforta sapere che lei provochi tanta orticaria nelle schiene dritte del giornalismo, della politica e della mitica societ
à civile, insomma in tutti quelli che quando vogliono farsi una cultura accendono la Tv e guardano Fabio Fazio e Gramellini, oppure leggono un pensoso Saviano credendolo uno scrittore o, peggio, un giornalista. Per non dire del grande lascito del suo vecchio amico Bersani, quello che “siamo arrivati primi ma non abbiamo vinto”, la cui invidiabile colonna vertebrale ci ha regalato due presidenti dei rami del parlamento, uno più bolso e stucchevole dell’altro.

A proposito: ha notato, caro presidente, che l’onorevole Bindi nel suo tweet di ringraziamento a chi le aveva manifestato solidarietà ha scritto prima grazie a tuttee poi tutti, come si conviene ad una brava ragazza dei tempi moderni adusa al bon ton rispettoso delle priorità di genere? Non le rammentiamo De Magistris, che si è spinto fino alla fisiognomica e allo sguardo da lei mantenuti mentre pronunciava quelle parole anti-Bindi (lui, protagonista di una memorabile espressione allucinata in bandana arancione) oppure le grillate e lo scemenzaio social che, siamo certi, qualcuno inventarierà per lei, perché lì siamo tra gli effetti della lobotomia e il cabaret: l’idea che, anche in Campania, la potenziale alternativa politica possano essere cittadinidi tanto spessore, ci incoraggia nel tifare per quella e tante altre esternazioni. O vogliamo parlare di quelli che hanno avuto lo stomaco di dire che “uccidere la Bindi” poteva essere frainteso, che era “linguaggio camorristico”?

Capita, però, anche a lei di lasciarsi scappare qualche fesseria, figlia della sua formazione politica, non tutta così splendente: ha detto a Matrix che non dispera di recuperare pezzi dei 5 Stelle, riferendosi all’elettorato, ai delusi, agli schifati del Pd. Ma cosa vuole recuperare, gli incurabili? Eppure lei nel Pci c’è stato una vita, non se li ricorda i movimentisti, frazionisti, trozkisti, gruppettari, extraparlamentari, scissionisti, alternativi, sognatori ingraiani e pippaioli vari? Hanno perso la partita politica, purtroppo non quella culturale. L’humus è lo stesso, i 5 stelle sono in larga parte la continuazione di quelli, con la differenza che anni fa almeno un libro lo si prendeva in mano. Altrimenti si finisce come disse proprio lei: Parlando ancora di Berlinguer moriremo, tra gli applausi ma moriremo. Magnifica semplificazione, migliaia di editoriali e convegni evaporati in un attimo, una roba che attrae molto mascalzoni come noi.

Un’ultima cosa, presidente, l’unica “seria” tra queste chiacchiere leggere. Abbiamo letto dei famosi 200mila posti pubblici da assorbire nell’ambito di un mega programma politico, etc. Premesso che da questi parti si pensa il contrario, cioè che serva almeno il doppio di quella cifra però da sfoltire nel pubblico impiego, le suggeriamo di farsi dare copia di qualche nostro recente articolo, dove si indicano molte decine di milioni di euro in una sola Asl (quella della suaSalerno) divorate da apparati a forte rischio parassitario, a tratti inquinante. Secondo lei, per esempio, è “giusto” che i direttori sanitari delle Asl autorizzino prestazioni professionali al singolo dirigente/medico con cui se ne potrebbero pagare altri quattro o cinque o più? O sono tutti Barnard -e allora saremmo circondati da cliniche svizzere – oppure qualcosa non funziona. Faccia vedere che fa sul serio – ma senza smettere di deliziarci con la Bindi o Grillo- mettendo ordine nel giro di soldi della sanità, ne ha tutti i poteri. Iniziando magari con controlli approfonditi su come funzionano le retribuzioni in tutto il comparto sanitario della Campania. Vedrà che residuerà un sacco di danaro, davvero tanto. Lo farà?
dal quotidiano “Le Cronache” del 20 novembre 2016

 

 

Peppe Rinaldi

Giornalista

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