OmissisScandalo Intertrade: i 500mila euro dal Montepaschi finiscono in tribunale

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La Camera di Commercio di Salerno trascina in tribunale il Monte dei Paschi di Siena, celebre banca toscana cui, a quanto pare, è toccato in sorte d’essere oggetto d’attenzione della cronaca sotto diversi punti di vista. Succede.

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Dovrà essere un giudice del tribunale civile -almeno in questa prima fase- a stabilire se l’ultimo mutuo di mezzo milione di euro concesso in limine mortis a Intertrade, azienda speciale della Cciaa, sia legittimo o meno. Ricapitoliamo, per chi si fosse perso qualche puntata. Circa otto mesi fa Le Cronache pubblicò la notizia della stravagante accensione del mutuo per quell’importo presso il Mps. Fioccarono le domande: com’è stato possibile concederlo senza che la cosa passasse prima in giunta camerale? L’allora presidente della Cciaa, Guido Arzano, infatti prestò una fidejussione saltando a pie’ pari il passaggio fondamentale, legale, cioè la previa delibera autorizzativa dell’organo esecutivo. Non proprio una faccenda minore.

La banca era tenuta a verificare? Chiunque abbia avuto a che fare con un istituto di credito (ad occhio e croce tutti gli esseri viventi) sa che quando entri per chieder soldi, nella migliore delle ipotesi ti vivisezionano. Con Intertrade nella bufera mediatica almeno da un anno, il fuggi fuggi dei membri del Cda (ognuno, a suo modo, “imbrattato” dalla vicenda), i sommovimenti nelle organizzazioni di categoria degli imprenditori, il direttore dell’azienda, Innocenzo Orlando, fine cervello di tutta l’operazione, progressivamente mollato dai suoi sponsor (tra cui ha svettato l’attuale presidente dell’aeroporto Antonio Ilardi) e molto altro, ti va a capitare di vederti riconosciuto un prestito, per giunta da una grossa banca, di un miliardo di vecchie lire. Certo, con interessi “inquietanti” (100mila euro) ma le banche, si sa, sono banche.

Ufficialmente avrebbero dovuto servire per la realizzazione di ulteriori progetti di internazionalizzazione: in pratica, nel volgere di qualche giorno, l’apparato amministrativo (che a quanto s’è capito si muoveva molto autonomamente) liquida tutto, salda debiti, paga fornitori, fa rientri urgenti. Si tratta di capire ora chi e cosa e perché sia stato pagato, dal momento che ad Intertrade cominciano a fioccare decreti ingiuntivi di altri creditori. Il funzionario Mps sarebbe già stato trasferito, almeno per ora. La “cura Greco”, il commissario dell’azienda, ha fatto il resto: l’ex procuratore è andato personalmente in banca a chiedere gli atti. All’interno della pratica fu trovata una sorpresa: niente. Eppure il mezzo milione l’avevano sganciato.

Quando mercoledì scorso c’è stata l’audizione di Alfredo Greco dinanzi alla giunta della Ccia, sembrerebbero esserci stati boatos emergenti da luoghi imprecisati, con al centro la domanda: «Ma cosa crede, d’esser venuto a fare il pm anche qui?».

Ecco, se abbiamo ben capito cosa stia accadendo, certe condizioni favorevoli si sono verificate proprio perché Greco quelle funzioni le ha cessate. Stando alla lettura della sua denuncia a magistratura penale e contabile, se fosse stato possibile affiancargli un paio di finanzieri forse la faccenda l’avremmo già definita e inquadrata nei suoi pur complessi aspetti.

Sta di fatto che, pm o non pm, Greco ha trovato nel computer dell’ex direttore Orlando, le firme scannerizzate di alcuni alti papaveri della Cciaa. Il che potrebbe spiegare tante cose, non tutte ma una buona parte. Uno di essi, il massimo vertice, il segretario generale Raffaele De Sio, ha già sporto querela perché sotto alcuni atti (pare anche il mutuo Mps) c’era la sua firma. Falsa. Si apre così un nuovo procedimento penale. Interessante capire perché la querela sia contro ignoti.

Sul fronte giudiziario corrente, intanto, pare ci sia stato il deposito di una memoria presso il pubblico ministero titolare del fascicolo a Salerno, di un indagato “eccellente”: avrebbe dovuto essere ascoltato dagli inquirenti nella scorsa settimana, alternativamente è stato presentato un documento scritto. 

(dal quotidiano “Le Cronache” del 7 aprile 2016)

Peppe Rinaldi

Giornalista

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