Omissis-ArchivioIl Pd candida un governatore che è già a rischio decadenza

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De Luca vittoria primarie

E adesso c’è da capire come si regoleranno con la legge Severino. In questo senso, la vittoria di Vincenzo De Luca alla primarie del Pd in vista della corsa alla presidenza della Regione Campania – lui, sindaco decaduto di Salerno dopo la condanna in primo grado per abuso d’ufficio – mette il partito in non leggero imbarazzo. Perché, in caso di elezione a governatore gli imporrebbe di non poter esercitare per un certo numero di mesi, proprio per effetto della pena accessoria della interdizione dai pubblici uffici.

 

 

Lui, De Luca, ha già fatto sapere che se gli dovessero «notificare dalla Prefettura la decadenza, un minuto dopo ci sarà ricorso al Tar», considerando la battaglia contro la legge Severino, da lui stesso definita «demenziale», una «battaglia di civiltà». D’altro canto già si vociferava dei soliti ricorsi dinanzi ai soliti sospetti di brogli. Ma Andrea Cozzolino, lo sfidante sconfitto, ha fatto sapere di non pensare a «nessun ricorso per magari buttarla poi in rissa». Come successe a Napoli nel 2011 (proprio con lui e la storia dei cinesi) o in Liguria a gennaio. Alcuni esponenti considerati a lui vicini, però, vorrebbero chiedere il riconsegno di alcune sezioni di Salerno, Caserta e Napoli. Ma è roba di piccola burocrazia, questa.

Resta il fatto che la vittoria di De Luca rappresenta anche una battuta d’arresto per lo strapotere interno di Matteo Renzi. Il premier le ha provate tutte per evitare che l’outsider di Salerno, da cui pure aveva ricevuto una valanga di consensi durante la seconda Opa sul Pd, riuscisse a farcela: esilaranti balletti sulla data del voto, poi le primarie si fanno, invece non si fanno più, però sentiamo la società civile, no meglio la politica, inginocchiamoci da Cantone, poi Gennaro Migliore che fugge via seppur abbia cambiato partito apposta. Un caos, gestito in prima persona dall’alter ego renziano per il maneggio del potere interno al Pd, il vice segretario Lorenzo Guerini, affiancato perfino da Pina Picierno: tanto per farsi un’idea dell’habitat. Naturalmente ora Renzi mostra di voler far quadrato intorno al vincitore, con la spregiudicata naturalezza ormai nota.

Anche perché “Vicienz’ à belva”, pluriennale sindaco della seconda città della Campania, passa sul capo di tutti e -facendo noi tutti per una volta finta che le primarie siano cosa seria- straccia il ricco, navigato ed esperto Andrea Cozzolino, volto stranoto del potere politico da almeno un ventennio, figura assimilabile e sovrapponibile all’età bassoliniana: epoca di rifiuti, buchi spaventosi nei conti della Sanità, scialo di danaro pubblico.

Lo ha travolto anche nella “sua” Napoli e nell’hinterland, compreso quello casertano, recuperando consensi inaspettati. Salerno città ha dato al suo ex sindaco 13mila preferenze. Complessivamente si è aggiudicato il 52% due consensi. Ora c’è la quiete (apparente) dopo la tempesta: che si scatenerà appena inizia la corsa vera per buttar giù Stefano Caldoro, governatore dal tratto riformista che avrebbe preferito trovarsi contro Cozzolino. Per il centrodestra le cose possono complicarsi.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 3 marzo 2015)

Peppe Rinaldi

Giornalista

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