ARCHIVIONapoli, scuole senza mensa, assicurazione e libri: ma c’è il registro per le «unioni civili»

admin10/10/2012
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De_Magistris-Borsellino-Genchi-Alfano_agende_rosse

A Napoli trentamila alunni delle scuole medie inferiori continuano a non avere il servizio di mensa scolastica come tutti i loro simili in Italia: in municipio hanno combinato un pastrocchio a metà strada fra il dilettantismo politico e il solito stagno burocratico. In compenso, la città vanta un bel registro per le unioni civili (tra l’altro un bel flop con solo sei coppie finora iscritte) delle coppie eterosex, bisex, omosex e transex, una cosa che fa molto trendy e, almeno per un po’, ti mette al riparo dalle isterie del primo Grillini che passa.

 


A Napoli decine di asili e scuole materne sono senza copertura assicurativa perché non c’è più un centesimo da versare all’Inail e alle compagnie assicuratrici: in compenso, si fa colletta ovunque sia possibile, perfino durante il consiglio comunale, per dare un contributo alla nave “Estelle” di Freedom Flotilla, in pratica ai «razzisti» (nel senso di lanciatori di razzi) di Hamas. Vuoi mettere il significato di un cornicione che cade in testa a tuo figlio con la «lotta di liberazione del popolo palestinese dall’oppressione sionista»? E poi -come ha detto gonfiando il petto il sindaco- «Napoli riconosce lo Stato della Palestina». Napoli dunque «riconosce», cioè è diventata uno Stato e nessuno lo sapeva.

La scuola è cominciata da un mese e, sempre a Napoli, gli studenti non sanno quali libri dovranno adoperare perché l’amministrazione paga sempre più in ritardo i buoni scuola: in compenso la città aderisce alla «Rete dei rifiuti zero» dello scienziato americano Paul Connett, colui che immagina il mondo nuovo come un gran ritorno collettivo al mesozoico. In attesa che un milione e passa di abitanti smettano completamente di comprare, inscatolare, mangiare o scartare alimenti, la spazzatura se ne va in crociera in Europa del nord. Pagando, s’intende, mica facendosi pagare.
Sia chiaro, Napoli ha un miliardo e mezzo di euro di debiti e la cosa non può imputarsi a colui che pronunciò, sprezzante del pericolo, un memorabile «Ciao Al», rivolto a Pacino. Cioè: De Magistris non ha la responsabilità dei disastro finanziario perché sta lì da poco tempo. Lavora come un forsennato, gira come un trottola e questo gli va riconosciuto. Ma ogni giorno che passa la sua «colpa» aumenta mentre si riduce quella dei suoi predecessori, specie quando rincorre lo scemenzaio terzomondista (che non è «a costo zero») ad uso e consumo delle minoranze ora benestanti, ora fuori dalla realtà. Le stesse che gli hanno dato una gran mano a diventare il sindaco della terza città italiana.

La «sindrome del sussidiario ignoto», potremmo chiamarla così, è un problema antico per Napoli e per la Campania in generale. Mentre nelle altre città e regioni italiane a maggio si sa già quali saranno i libri di testo, da queste parti la cosa stenta a prendere una piega «civile». In genere, dopo una settimana o giù di lì dall’avvio delle lezioni (che pure è una cosa fuori dal mondo) i genitori dei ragazzi cessavano di pellegrinare da una libreria all’altra. Oggi la faccenda sta degenerando, siamo ad un mese dall’apertura della scuola e quasi nessuno sa con cosa dover studiare. Un meccanismo a catena, un cane che si morde la coda, al cui vertice c’è proprio Palazzo San Giacomo: senza dispensare, però, il Provveditorato agli studi e i vari collegi di docenti dalle loro responsabilità. I regolamenti nazionali parlano chiaro: a maggio tutto deve essere chiuso. Punto.
Invece? Invece niente, nessuno se ne frega e i dirigenti scolastici, i provveditori e gli insegnanti stessi continuano a rimanere al loro posto. I librai dal loro canto non si sbilanciano negli ordinativi. Alessandro Di Lieto, presidente dell’Associazione librai napoletani, ha detto al Corriere del Mezzogiorno che «di solito le librerie si premuniscono con grosse scorte iniziali. Ma quest’anno, anche al di là della crisi, c’è una grande sofferenza perché il Comune ha liquidato con notevole ritardo le spettanze e molti non hanno potuto approvvigionarsi per tempo. Il Comune ha sempre pagato in ritardo, ma i tempi si sono addirittura allungati». 
Poco male. In compenso Napoli ha dato la cittadinanza onoraria a Salvatore Borsellino (nella foto in alto alla sinistra di De Magistris durante una delle solite manifestazioni in nome della “verità” sulla strage che coinvolse Paolo Borselllino).

Peppe Rinaldi

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