MercatoVero succo d’arancia nelle bibite italiane: plaude Coldiretti

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Brinda oggi con una spremuta da record Coldiretti, che dopo un lungo iter assiste oggi all’entrata in vigore di un provvedimento nazionale che innalza dal 12% al 20% il contenuto di succo d’arancia nelle bevande analcoliche, prodotte in Italia e vendute con il nome “succo d’arancia”. 


“L’aumento del succo di vera arancia – spiega la coldiretti – va incontro alle richieste dei consumatori che sono sempre più attenti alla salute e al benessere personale, anche e soprattutto dei più piccoli. Segnale di questa tendenza è la diminuzione dei bambini italiani che bevono bevande gassate passati dal 48% del 2010 al 36% attuale”.
Tra il 2006 e il 2016 le vendite delle bibite analcoliche sono scese quasi del 20%, un ottima notizia per la salute degli italiani, benchè l’associazione delle industrie delle bevande analcoliche, attribuisca questo soprattutto alla crisi economica e alla elevata tassazione. Resta il fatto che le abitudini alimentari degli italiani stanno mutando, orientate verso uno stile di vita più salutare.
Sebbene si registri una crescita nell’acquisto di energy drink (1% del totale), il cui consumo è sconsigliato dai nutrizionisti per l’elevato contenuto di zuccheri e caffeina, gli  italiani, con circa  39 litri pro capite, si piazzano agli ultimi posti in Europa per consumo di bibite analcoliche, ben al di sotto della media Ue di 67 litri a persona. 
Secondo l’analisi di coldiretti, su dati diffusi dal ministero alla Salute, il mercato delle bibite analcoliche vale complessivamente 5,8 miliardi di euro, e pertanto, “si conferma l’esigenza di aumentare il livello qualitativo dell’offerta in una situazione in cui si assiste in Italia a una vera invasione dall’estero con un fiume di 200 milioni di chili di succo di arancia straniero che valica le frontiere e finisce nelle bevande all’insaputa dei consumatori, perché in etichetta viene segnalato solo il luogo di confezionamento”.
Il nuovo provvedimento offrirà una boccata d’ossigeno ai tanti produttori italiani che oggi soffrono la concorrenza sleale di altri Paesi. “Negli ultimi 15 anni sono andati persi 60mila ettari di agrumi, ne sono rimasti 124mila, dei quali 30mila in Calabria e 71mila in Sicilia– sottolinea il presidente della coldiretti Roberto Moncalvo troppo bassi i prezzi pagati agli agricoltori che non riescono neanche a coprire i costi di raccolta, a causa della concorrenza di prodotti importati dall’estero, ma anche e soprattutto perché fino ad oggi ben l’88% delle aranciate era fatto solo di acqua, zucchero e aromi”. 

Emanuela Carrafiello

Giornalista

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