SaluteReparto ospedaliero chiuso, infermiera trasferita a 40 km vince ricorso: condannata l’Asl

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SALERNO- Finisce dopo anni una articolata vicenda di trasferimenti di personale interno della ASL di Salerno che ha visto una dipendente con mansioni di puericultrice – dopo la chiusura del reparto di Ostetricia e Pediatria del presidio di Oliveto Citra – confinata a più di 40 chilometri di distanza dall’abituale posto di lavoro e dal luogo di residenza.

 

 

Le motivazioni che hanno indotto il giudice del tribunale di Salerno ad emettere una sentenza di condanna nei confronti della ASL e finanche alla condanna alle spese ed al pagamento di 4.000 euro di danni in favore della dipendente saranno depositate tra 30 giorni ma non è difficile ipotizzare che le motivazioni alla base del trasferimento non erano sufficientemente provate e che l’azione intrapresa dall’ASL nella chiusura dell’ostetricia e della pediatria del nosocomio olivetano fosse permeata da illegittimità.

“Attenderemo con pazienza” -dichiara Rolando Scotillo della FISI/CSA che ha tutelato la dipendente nella lunga causa- “le motivazioni della sentenza. Ciò però pone degli interrogativi seri: nessuna trattativa con la RSU e le OO.SS., in questo caso ed in casi analoghi, è stata mai attivata dalla Direzione Generale della ASL che si è assunta in pieno la responsabilità di un atto non solo illegittimo ma anche frettoloso ed operato in assenza di qualsiasi programmazione sanitaria. Ciò anche alla luce di quanto dichiarato dalla Regione negli ultimi giorni, che ha programmato un aumento di 100 posti letto tra gli ospedali di Oliveto Citra, Eboli, Roccadaspide e Battipaglia potenziando le attività. Nulla esclude che nella rivisitazione del decreto ad acta n. 49 promessa da Caldoro possano essere rivisti tutti i fabbisogni sanitari dell’intera area. Con la chiusura dell’ostetricia e la pediatria di Oliveto Citra e di Eboli, senza attivazione di percorsi nascita alternativi, si è ingolfato il presidio ospedaliero di Battipaglia rendendo l’ostetricia dello stesso nosocomio una catena di montaggio in cui privacy per la partoriente e sicurezza vengono messi ogni giorno sotto dura prova. Al direttore generale della ASL, dottor Squillante, un solo messaggio: è nel confronto, nella correttezza delle parti e nella quantità di accordi raggiunti con le RSU che si valuta l’operato di un direttore generale, opporsi freneticamente ad ogni confronto con le parti sociali porta solo ad un aumento del contenzioso in cui tutti escono sconfitti, anche la ragione.”

Redazione Eolopress

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