ARCHIVIOChiamate a sbafo coi telefoni comunali: l’ultimo lascito dei ‘rottamatori’ di Eboli

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Bolletta telefonica

Ad Eboli non s’è fermato solo Cristo, stando all’abusato luogo comune. Ora si fermano pure bollette da 18mila euro per un bimestre telefonico duro da digerire in tempi grami come questi. Scriveva ieri il Mattino che alcuni elementi dell’ex giunta renziana guidata dal sindaco Martino Melchionda, perlopiù ascrivibili all’ala dura e pura dei giovani democrats eticamente superiori a prescindere, sono finiti nel mirino del commissario prefettizio Enza Filippi. Quasi 20mila euro in un periodo in cui si fatica a trovarne 20, diventano insopportabili anche per un comune di 40mila abitanti: specie se in cassa, l’armata Pd-Idv-Sel-Udc che ha dominato a lungo, non ha lasciato un cent.

Ora si scopre che rottamatori Pd degli altrui vizi, forse anche qualcuno di centrodestra, e perfino ex dipendenti in pensione da anni, chiamavano a sbafo: dall’estero in Italia, dall’Italia all’estero, indifferentemente. E non sembra per ragioni di servizio. Un politico- diciamo- ha avuto fino a 5 schede senza mai intestarsele scaricandone il costo sulla collettività, altre 16 schede risulterebbero senza intestatario: ma succhiavano danaro, magari a quegli stessi cittadini cui un minuto prima era stato negato un contributo fitto di 100 euro in casa popolare. Insomma, solita storia all’italiana.

 

L’indagine interna è partita, facile ne derivi una giudiziaria per peculato. Tra le altre, del resto, che aleggiano attorno agli uomini di Bersani ma oggi di Renzi, prima con Bassolino ma ora con De Luca. Nel curriculum degli staff politici guidati dall’ex sindaco Pd mandato a casa poche settimane fa dalla solita congiura degli “insoddisfatti”, ci sono poi: cornetti e caffè negli uffici comunali forniti da bar che compensavano la spesa non versando i tributi, un consigliere comunale che posta su Fb una foto abbracciato ad un boss di camorra pluriomicida (e non succede nulla), consiglieri, assessori, lo stesso primo cittadino e perfino un parlamentare locale intestatari di immobili accatastati in maniera diversa da quella reale: per pagare meno tasse, va da sé. Le stesse tasse alzate all’inverosimile al resto della plebe. Cambiando verso. Il loro.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 23 novembre 2014)

Redazione Eolopress

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