ARCHIVIOVietri, il pianoforte e la principessa: concerto di Caroline Haffner Murat

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Caroline_Haffner_Murat

VIETRI SUL MARE (SA)- Venerdì 3 agosto, prenderà il via, nell’ambito della XV edizione dei “Concerti d’Estate di Villa Guariglia”, promossi da Antonia Willburger, la mini-rassegna “Nel segno della donna”.

La serata prevede un doppio appuntamento: alle ore 19, nell’ambito del progetto “L’Arte della Felicità le ragioni del sentimento. Musica Arte poesia in una confluenza di versi, forme e suoni”, fortemente voluto da Barbara Cussino , dirigente dei Musei provinciali e per la progettazione della stessa Barbara Cussino, Vittoria Bonani e Floriana Gigantino, rispettivamente funzionarie del servizio Biblioteche e del servizio Musei, si svolgerà un reading poetico di versi  di Carmen Grattacaso, Sigismondo Nastri, Francesco Iannone e Mario Fresa, con interventi coreografici a cura dell’Artestudio di Loredana Mutalipassi e la partecipazione del flautista Pasquale Occhinegro, neo-diplomato del conservatorio “G.Martucci” di Salerno, che punteggerà le letture con pagine di Claude Debussy, Francis Poulenc e Jacques Ibert. A seguire verrà proiettato l’ istant-movie firmato da Michele Schiavino ed Erminia Pellecchia, per la consulenza artistica di Pasquale De Cristofaro e Olga Chieffi , “Filmfelicità”, un viaggio nei Musei e nelle biblioteche della provincia di Salerno, prezioso corredo del catalogo pubblicato in occasione della mostra proposta dalla settore musei e Biblioteche della provincia di Salerno per la XLII edizione del Giffoni Film Festival.
Alle ore 21, il concerto di Caroline Haffner Murat(foto in alto) pianista con due cognomi altisonanti: il primo la riconosce erede del borgomastro salisburghese Sigmund Haffner, dedicatario della amata sinfonia mozartiana, il secondo discendente di Gioacchino Murat generale francese e re della città di Napoli, di cui s’innamorò perdutamente. La Principessa si dividerà tra Fryderyk Chopin e Franz Liszt.

Il programma principierà con due notturni, il secondo in mi bemolle dell’op.9 che ha il tono di una lettera amorosa per la fanciulla tenuta all’oscuro della fiamma suscitata in Chopin e il n°1 in Do dell’opera 48 dalla conclusione tragica in cui si pensa al finale di Romeo e Giulietta. Si continuerà con le due ballate, l’ op.38, caratterizzata da un’evidente simmetria strutturale, fondata sull’alternarsi di sezioni fra loro spiccatamente contrastanti, e da uno straordinario lussureggiare di modulazioni, mediante enarmonie, di quinte eccedenti, di appoggiature, di ardite dissonanze nuovissime per l’epoca e l’op.47, una delle composizioni chopiniane più complete, in cui l’abituale contrasto è molto meno netto, il pathos meno  accentuato, il tono nel complesso assai meno tragico, col suo vivo, ben marcato ritmo di danza che sostiene l’intera composizione. La pianista ha scelto, quindi, di eseguire lo Scherzo n° 2 op.31 in Si bemolle minore, sicuramente il più popolare, assai articolato e complesso nell’architettura e nell’armonia, con una ampia gamma di intonazioni, e caratteri espressivi che vi si susseguono senza soluzione di continuità. A seguire, i primi tre preludi dell’ op.28: il primo, in do maggiore Agitato, che ci riporta alla mente il primo preludio del Clavicembalo ben temperato di Bach, costruito sulla ripetizione modulante di un’unica figurazione, il secondo in La minore un Lento, a lungo considerato la più problematica composizione di Chopin, per le arditezze armoniche dell’accompagnamento, per la staticità della melodia e per la sconsolata mestizia dell’insieme, e per chiudere il terzo in Sol maggiore, un Vivace caratterizzato da un fluente ostinato affidato alla mano sinistra, mentre la destra esegue una delicata melodia a valori prevalentemente lunghi. Ancora due ballate concluderanno il lungo omaggio al genio polacco, la prima op.23, una delle sue opere più selvagge e caratteristiche, il cui attacco in La bemolle maggiore è la celebrata sesta napoletana, la “blue note” melanconica del tempo, e l’ultima, l’op.52, un magnifico poema polifonico di modernità assoluta, il cui sfondo impreciso e nostalgico ha carattere quasi impressionista. Finale en travesti con le melodie popolari di Venezia e Napoli, supplemento al secondo volume degli Anni di pellegrinaggio di Franz Liszt. Due le visioni veneziane, Gondoliera, parafrasi della canzone “La biondina in gondoleta” e Canzone, fantasia su “Nessun maggior dolore” dall’Otello di Rossini, mentre l’immagine di Napoli è affidata alla Tarantella, spettacolare e tumultuosa scorribanda tra i vicoli, da cui non poteva non provenire una mandolinata ispirata da un tema di Cottrau.

 

Redazione Eolopress

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