ARCHIVIOPapa in sinagoga, per Rosen un “grande passo”

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“Noi tutti – sottolinea il rabbino americano Rosen – conosciamo la differenza tra il pessimista e l’ottimista”, il quale “guarda da sotto e vede che, all’inizio, il bicchiere era vuoto e quindi ora vede tutto quello che c’e’ dentro e questo lo rende felice”.

“Oggettivamente parlando – ammette Rosen – e’ ancora lunghissima perche’ le ferite della storia sono molto profonde, e perche’, in definitiva, la Nostra Aetate ha solo 50 anni, che in termini relativi e’ un lasso di tempo molto breve. Il cambiamento veramente forte e’ avvenuto con la visita di Giovanni Paolo II in Israele. Quello che e’ importante comprendere in Israele e’ che la grande maggioranza di ebrei non ha mai incontrato un cristiano del mondo di oggi: anche se vanno all’estero, incontrano i ‘non-ebrei’ come tali, appunto, e non come ‘cristiani'”. “Per questo – sottolinea il rabbino – l’idea che hanno della cristianita’ e’ derivata soltanto dal passato, negativo e tragico, na una memoria profondamente traumatizzata, che viene potentemente lenita da un incontro positivo, quando questo avviene”.

Per Rosen, in particolare, “la grande maggioranza degli israeliani non ha l’occasione di un incontro positivo: questo e’ il potere delle immagini ed e’ per questo che e’ stata cosi’ importante la visita di Giovanni Paolo II in Terra Santa, che sia stato visto al Muro del Pianto in solidarieta’ orante con la tradizione ebraica, e cosi’ pure il testo della sua preghiera, che chiedeva perdono a Dio per i peccati commessi dai cristiani contro gli ebrei nel corso dei secoli; o anche la sua presenza allo Yad Vashem, al Memoriale dell’Olocausto, con lacrime di compassione per le sofferenze degli ebrei”. “Tutto questo – rileva il rabbino – ha profondamente commosso gli israeliani e ha fatto loro comprendere che c’e’ stato veramente un cambiamento. In modo similare, ci sono stati alcuni che, in funzione delle difficolta’ che sono nate durante il Pontificato di Benedetto XVI, hanno sollevato questioni durante la sua visita in Israele: tuttavia, parlando in termini generali – conclude – e anche se non tutti i media lo hanno sottolineato, questa visita e’ stata un grande successo. E la visita, domenica scorsa, alla Sinagoga credo che sia un grande contributo”.
AGI

Redazione Eolopress

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