GIUSTIZIAOmissisEboli, sponsorizzazioni col trucco. Nuova inchiesta sul sindaco

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Avrebbe indotto alcuni imprenditori della Piana del Sele ha tirar fuori somme di danaro per sponsorizzare attività sociali e sportive varie. Gli imprenditori, come spesso accade, capita l’antifona hanno versato i soldi sui conti di un’associazione, peraltro gestita da soggetti non esattamente adamantini, con un dettaglio finale anche scontato: quei soldi venivano divisi, parte all’associazione e parte allo stesso sindaco. E’ questa la traccia dell’inchiesta della procura della repubblica di Salerno sul primo cittadino di Eboli, Massimo Cariello. Il sostituto procuratore titolare del fascicolo ha notificato nelle scorse settimane l’avviso di proroga delle indagini preliminari, che scadevano ad agosto e che ora potranno concludersi (salvo imprevisti) nel febbraio 2021.

Nell’indagine sono coinvolte diverse persone, tra imprenditori operanti nel campo dell’agricoltura, personaggi vicini al sindaco e Cariello stesso. Il numero degli indagati è al momento ignoto al Quotidiano del Sud, almeno per ora. Quel che è trapelato dai corridoi degli uffici giudiziari al momento riguarda solo il cuore del problema, del resto se si continua a indagare è perché alcuni elementi devono ancora passare un vaglio e un approfondimento in quanto il rischio di trovarsi dinanzi a semplici voci è sempre dietro l’angolo. In questo caso, in verità, sembrerebbe che gli imprenditori concussi abbiano già fatto importanti ammissioni dinanzi agli inquirenti circostanza che induce a pensare che in procura potrebbero aver maturato decisioni imprevedibili. Tutto, purtroppo, congiura nella direzione di considerare verosimili le accuse in quanto il primo cittadino di Eboli non è nuovo a fatti del genere: nella maxi indagine conosciuta come “Caso 3 Stelle” (dal nome del caseificio ebolitano di proprietà della storica famiglia La  Marca) sono agli atti le richieste continue, comprovate da diverse chat di WhatsApp, di soldi da parte del sindaco all’imprenditore caseario: tempo fa il sindaco Massimo Cariello sarebbe stato addirittura messo alla porta da un membro della famiglia La Marca, stufo delle ripetute richieste di soldi, peraltro domandati con lo schema classico  del “contributo all’associazione tal dei tali”. Se gli inquirenti non avessero avuto in mente un  percorso investigativo volto a concentrarsi sulla presunta connivenza con la camorra dei La Marca, in altri contesti avrebbero operato scelte certo più traumatiche dinanzi a un quadro di ipotesi di reato di quel tipo. Come succede un po’ ovunque in Italia, a Salerno c’è stato qualche problema, almeno fino a pochi mesi fa: ora pare che le cose stiano adottando percorsi diversi e lo scatenarsi di indagini a iosa sul Comune di Eboli lascia pensare che la sensazione sia più concreta. Lo si vedrà di certo dopo la fine della campagna elettorale.

* dal “Quotidiano del Sud” del 24 agosto 2020

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Peppe Rinaldi

Giornalista

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