L' isola felice“Mangerà abbastanza?”: ecco cosa dice la scienza sull’alimentazione infantile

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Non ci sono dubbi sul fatto che la qualità dell’alimentazione sia uno dei fattori determinanti della salute. È sotto gli occhi di tutti che l’elevata mortalità infantile nei Paesi poveri (20 volte superiore a quella dei Paesi dell’occidente) sia dovuta alla scadente qualità, oltre che alla insufficiente quantità dell’alimentazione. Ma è altrettanto evidente che in Occidente siamo passati dalla miseria alimentare alla malattia alimentare: altissima mortalità per patologia cardiovascolare ed epidemia di obesità che colpisce i nostri bambini, ragazzi e adolescenti.

Secondo la comunità scientifica i bambini europei mangiano troppo e il 20% è in sovrappeso, un terzo di questa percentuale obeso. Ma l’Italia supera queste percentuali raggiungendo numeri davvero preoccupanti: la media italiana dei bambini in sovrappeso o obesi supera del 16% quella europea.
Questo significa che un bambino su tre, per un totale di circa un milione di bambini italiani tra i 6 e gli 11 anni, ha problemi di peso; di questi il 24% è in sovrappeso e il 12% è obeso (come sempre la Campania detiene il primato negativo).

Malgrado queste evidenze, noi siamo preoccupati.
Siamo preoccupati di far diventare allergici i bambini dando loro precocemente alimenti solidi o comunque inusuali (uovo, pomodoro, latte),  ipotesi falsa, anzi è vero l’esatto contrario: la sensibilizzazione agli alimenti avviene prima della nascita e la loro somministrazione dopo la nascita aiuta a diventare “tolleranti” nei riguardi degli alimenti stessi.
Siamo preoccupati che i nostri bambini non mangino abbastanza, evento che non si verifica praticamente mai.

Cenni di fisiologia
La centrale del controllo di fame e sazietà è nell’ipotalamo (nel profondo del nostro cervello); tutti gli organi principali dell’apparato digerente afferiscono a questo centro per dare le informazioni e contribuire alla sua regolazione (leptina e serotonina dopo un pasto inducono la sazietà, mentre la grelina, al contrario, va a stimolare l’appetito a distanza dal pasto).
Allora?! Basta lasciar fare ai bambini e tollerare transitorie e inspiegabili diminuzioni dell’appetito.

Forzare i bambini a mangiare, o utilizzare il cibo come ricompensa o consolazione, riduce la loro capacità di autoregolazione

Lo scopo della dieta è fornire energia (zuccheri e grassi), provvedere alla plasticità (proteine), e implementare i fattori per le reazioni energetiche (vitamine, sali minerali e acqua).
Oggi abbiamo anche un calcolo preciso di tutto questo sistema: 45-60% carboidrati (zuccheri semplici fino a 15% massimo), 40% grassi (di cui i saturi massimo fino al 10%) nel primo anno di vita per arrivare a 20-35% dopo i 4 anni, il resto sono proteine 10% circa. Abbiamo costruito, in barba agli egizi, le nostre piramidi alimentari.
Ma questo nella mente di un genitore non c’è, e quasi la totalità dei genitori ritiene che il figlio mangi poco. Per l’Accademia americana di pediatria un bambino in genere dovrebbe consumare 1/3 o 1/4 della porzione di un adulto. Quindi?! Le nostre aspettative sulle dimensioni delle porzioni sono sbagliate.

Le calorie assunte servono per la crescita e il movimento, ma soprattutto per il cervello, a 5 anni il cervello consuma il 66,6% dell’energia richiesta a riposo, un adulto il 20%. Questo perché il cervello si sta strutturando. La crescita in peso e altezza non è sempre costante, in estate aumenta l’altezza, in inverno il peso, con una crescita a gradini/scatti; per questo motivo andrebbero evitati controlli troppo ravvicinati, per evitare di interpretare un rallentamento della crescita in maniera frettolosa e sbagliata.

Una favola vera 

C’era una volta, tanti anni fa (1928), una ricercatrice di Chicago, USA, Clara Davis, sconosciuta ai più, che fece un esperimento, voleva scoprire se i bambini in epoca di cambiamento delle loro abitudini alimentari fossero in grado di regolare, autonomamente e in qualche modo, l’assunzione di cibo. Cercò allora di ricreare una situazione in cui i bambini, 15 in tutto, di età intorno ai sei mesi, potessero procurarsi liberamente il cibo. Certo, quello che a lei riuscì di fare allora, forse oggi non sarebbe neanche proponibile.
La dottoressa Davis scrisse nelle sue conclusioni: “Tutti i bambini sono riusciti ad alimentarsi correttamente; tutti avevano un poderoso appetito; tutti sono cresciuti bene”. Tutto risultò ricadere nei limiti definiti corretti dalle tabelle nutrizionali e tutto era stato, alla fin fine, frutto delle scelte spontanee dei bambini. Ma, come lo chiama maliziosamente la stessa ricercatrice, c’è il trucco: la disponibilità di soli alimenti “sani”.
Lo studio della Davis si conclude infatti così: “I bambini debbono poter scegliere gli alimenti nelle mani dei loro genitori, così come è da sempre avvenuto”.

Nonostante altri ricercatori avessero continuato e completato questi “esperimenti” con bambini della stessa età, ed anche più grandi, arrivando alle identiche conclusioni, ed aggiungendo altre conoscenze utili, non siamo riusciti a risolvere tutti i nostri dubbi in merito al comportamento più idoneo da tenere in famiglia riguardo l’alimentazione dei bambini.

C’è sempre quella insidiosa domanda a perseguitarci: “Mangerà abbastanza? È così magro…”

Allora cerchiamo di lasciare qualche messaggio:
– Ogni bambino è capace di fronte a cibi salutari di scegliere cosa e quanto mangiare. Il problema sono i fattori esterni che alterano questo meccanismo di autoregolazione.
– Occorre avere fiducia nelle capacità del bambino che deciderà se mangiare e quanto. Il genitore deve invece rispondere alle richieste del bambino e offrire cibi freschi e di qualità.
– Di fronte alla qualità i bambini riescono a garantirsi istintivamente una dieta completa in energia e nutrienti.

In realtà, l’unica ragionevole preoccupazione che dovremmo avere oggi è che un bambino, lattante o infante che sia, si abitui a mangiare più di quello che dovrebbe, incoraggiato da un sapore raro in natura e per questo “deviante”: il dolce.

 

Bibliografia:
Lucio Piermarini UPPA Speciale svezzamento: Naturale è buono (oltre che bello)
Paolo Moretti UPPA Speciale alimentazione: Mangerà abbastanza?

Bruno Salvatore

pediatra di famiglia_ Eboli (Sa)

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