Facciaafaccia“Sudore, disciplina e costanza, ma un pezzo di Eboli è con me”. Intervista a Vito Coppola

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S’intuiva fin da bambino il suo talento, fin dalle prime competizioni, lì dove vien fuori il carattere, l’estro, la passione, ma non ce ne vogliate se non raccontiamo di una emergente stella del calcio, ma di un bambino, oggi uomo, che del ballo ha fatto la sua ragione di vita, collezionando un successo dopo l’altro fino a diventare un campione nella disciplina.

Incontriamo Vito Coppola, ventisei anni, nato e vissuto ad Eboli, da quattro anni a Bologna, è lui il vincitore a Rimini lo scorso 26 gennaio dei campionati italiani assoluti di danza sportiva, classe AS Adult Latin.
Con la sua partner Oona Oinas, 23 anni, pluripremiata ballerina di origine lappone, con cui da un anno e mezzo fa coppia, Vito Coppola ha conquistato i nove membri della giuria e con il numero 227 si è aggiudicato l’ambito trofeo.

E’ alle colonne del nostro giornale che Vito Coppola si racconta in un’intervista a tutto campo dove vien fuori una vita fatta di sogni, studio, rinunce, sudore.


Non è solo una questione di talento o di dna, per raggiungere un traguardo bisogna avere costanza, spirito di sacrificio, ambizione e anche coraggio per competere nelle sfide più ardue e accettare le sconfitte della vita, e Vito finora sta dando ottima prova.

Il tuo nome è nell’albo d’oro nella storia della Fids, confermandoti per la decima volta campione italiano, anche se ora è nella massima categoria. Ma da dove viene Vito Coppola?
Per me ballare è respirare, lo faccio fin da bambino, dall’età di 7 anni. I miei genitori, Gennaro e Rosa, mi hanno trasmesso la passione, si può dire che è una questione di dna, visto che anche mio fratello Jonathan (di qualche anno più piccolo) è un campione pluripremiato nei balli caraibici.
Eboli è la mia città, che amo, e dove ho lasciato gli affetti più cari, anche se la famiglia mi segue e mi supporta in tutto. Prima rientravo più spesso studiando all’università “Parthenope” di Napoli, poi il trasferimento a Bologna per frequentare l’accademia di danza a Molinella mi ha costretto a visite sempre più brevi e sporadiche. Ma un pezzo della mia Eboli è qui con me, ed è Valentina, la mia fidanzata.

Ballerina anche lei?
No, è laureata in tecniche di laboratorio biomedico ed è prossima ad un incarico. Per noi era diventato sempre più difficile vedersi. Poi nelle nostre vite è comparso Aaron, un labrador con tanta voglia di correre che ci ha spinto ad una scelta definitiva. Oggi dividiamo lo stesso tetto.

Raccontaci della tua giornata tipo, di come è essere un campione nella quotidianità.
Allenamenti durissimi, fin dalle prime ore del mattino, si comincia alle ore 8, anche se la nostra coach russa si diverte a convocarci a volte anche alle 6,30. Ore di lezione per l’affinamento della tecnica, sia singolarmente sia in coppia, poi sotto la guida di Marco Cavacini, physical trainer del Coni, si passa alla preparazione atletica. Una volta a settimana incontriamo il fisioterapista, Giovanni Donadio, che ha il compito di rimetterci in sesto, come anche lo psicologo sportivo, Mattia Cuocci, senza il quale non si riuscirebbe a gestire tale carico. Abbiamo poi ore di lezione in classe, tra i banchi a studiare pedagogia o ad affinare le lingue, per cui sono portato. Ammetto che non ho difficoltà nel parlare inglese e il russo. Scrivo e leggo il cirillico e sto affinando lo spagnolo.
Ci sono poi i pomeriggi dedicati all’insegnamento ad altre coppie di agonisti o in progetti realizzati con le scuole. Nei weekend ci sono poi le gare, gli eventi, le esibizioni, i training camp all’estero.

Giornate piene, come riesci a conciliare tutto questo con lo studio?
Sono spesso stremato quando rientro a tarda sera, e non nego che spesso crollo sui libri. Ma mi sono posto questo obiettivo e, nonostante abbia dovuto adattare il mio percorso universitario al mio nuovo stile di vita e ai miei tanti impegni internazionali, rinunciando anche a qualche esame, vorrei completare gli studi.

Donne bellissime al tuo fianco, italiane e non solo. Raccontaci della tua nuova partner, com’è stato l’incontro con Oona?
Beh conoscevo il suo talento, più volte vincitrice ai campionati in Finlandia, ci siamo trovati in passato anche rivali. Poi il fiuto dei nostri coach Davide e Olga Cacciari del team Diablo, che mi seguono da quattro anni ha permesso l’incontro e pare che abbia funzionato. Con lei l’emozione di essere finalisti alla coppa del mondo in Cina lo scorso settembre, a ChengDu. Buono il posizionamento ma puntiamo al vertice, anche se prima molte altre sfide ci attendono.

Parlacene
Sarà un anno intenso, ricco di appuntamenti a cominciare dalle gare internazionali, la prossima nella Repubblica Ceca a marzo. Poi in rappresentanza del club Azzurro saremo al campionato europeo a Parigi, per la coppa Europa in Lettonia e ai mondiali in Russia.

Il 2019 sarà un anno decisivo per la tua carriera, vincitore del Blackpool dance Festival in Inghilterra, della German open championship e Star championship, plurifinalista ai campionati del mondo, pluricampione campione italiano, quale è il tuo sogno?
Vincere i mondiali, far salire l’Italia sul podio più alto. Sono pronto a raggiungere gli obiettivi prefissati, sto lavorando per questo. Oggi sono 15° in classifica, punto al 12° posto che mi consentirebbe la semifinale

Ovviamente non siamo soli in questa avventura, ci affiancano gli sponsor come Abraham Martinez che disegna e realizza per noi gli abiti, la Silkry dance srl che cura le scarpe, la Ottante cosmetics per il make up e le creme abbronzanti. Dietro ogni apparizione c’è un team di professionisti che studia e cura l’immagine della coppia.

“Ci sono momenti in cui la semplice dignità di un movimento può sostituire degnamente una montagna di parole”. (Doris Humphrey)

 

 

Emanuela Carrafiello

Giornalista

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