OmissisIses e Casa del pellegrino: le indagini si sdoppiano

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Un filone sulla vecchia gestione ed uno sulla Casa del Pellegrino: sentiti già tre testimoni, un altro convocato per il 26. La giunta Cariello modifica in proprio la destinazione urbanistica del centro polifunzionale con una delibera.

 

Il bello della telenovela Ises è che si arricchisce di ora in ora di novità, pur rimanendo sostanzialmente immobile, come un cammello incastratosi nella cruna dell’ago nel tentativo di passarvi attraverso. Se i nostri cinque lettori hanno preparato pop corn in abbondanza, sappiano che il copione degli ultimi giorni ha attraversato più generi: dal drammatico al comico al demenziale, con spunti finali di duro neorealismo. Cominciando da quest’ultimo, registriamo l’impennata delle indagini giudiziarie, delegate ai carabinieri (quelle avviate più volte dalla Gdf sembrano svanite dal monitor).
Il binario si è sdoppiato: da un lato il fascicolo aperto dal sostituto procuratore Valleverdina Cassaniello (verosimilmente già passato da modello 45 a 21, cioè con formali indagati individuati) sulla spericolata operazione “Casa del Pellegrino” e i sei milioni di finanziamento pubblico gettati a mare, dall’altro quello del collega Silvio Marco Guarriello, titolare di una corposa e promettente indagine sulla sanità salernitana, di cui la passata gestione della “pratica Ises” fa parte. Come mai, nonostante la ex coop abbia cambiato sede occupando una struttura che neppure risolve il problema, la plateale illegalità permanga, quali atti siano stati compiuti, da chi, quando e, soprattutto, perché è un discorso: come siano stati divorati fiumi di danaro pubblico in assenza dei requisiti di legge e come sia stato possibile che nessuno abbia mosso un dito è un altro discorso. Tutte cose che abbiamo raccontato da tempo immemore e che, a quanto sembra, ora potrebbe essere impossibile non vedere.

Gli inquirenti hanno sentito nelle ultime ore tre testimoni, un altro è stato convocato per il 26 aprile, si percepisce una certa accelerazione, gli esiti sono, naturalmente, imperscrutabili, ma non inimmaginabili: se si considera che -ad esempio- l’amministrazione comunale ha cambiato pochi giorni fa la destinazione d’uso della Casa del Pellegrino attraverso una semplice delibera di giunta (firmata da tutti gli assessori) mentre anche i bambini sanno che la legge impone la procedura della variante al Puc da votarsi in consiglio comunale, è chiaro che non c’è da attendersi molto di buono. Per non dire dell’oggettivo concorso degli organi istituzionali (Asl e Comune in primis) nel sequestro di 21 disabili, trattenuti fuori dalla legge (e, volendo, pure dalla morale) almeno da due anni: va da sé che se non si trattasse di disabili, incapaci di autotutela, non staremmo qui a parlarne ancora, non sarebbe rimasto più nessuno in quel posto. Invece sono trattenuti senza alcuna copertura pubblica, medica, assistenziale, etc, (le prescrizioni di un medico di base e il nulla osta di famiglie e/o tutori -se ci sono- non bastano), una roba che grida vendetta al cielo. E qui veniamo al genere comico, esibito in una delle ultime puntate: già, perché in una recente iniziativa pubblica organizzata “per sensibilizzare la popolazione sul caso Ises”, ora il sindaco Massimo Cariello, ora altri improbabili protagonisti, nel descrivere la situazione hanno rispolverato il sempreverde “interesse dei pazienti e dei lavoratori”, giurando su un evento definito “storico, coraggioso”, meritevole di “essere ripetuto altre mille volte”.
E a chi avanzasse dubbi, il sindaco avrebbe esortato a “leggere gli atti”: ecco, è esattamente ciò che abbiamo fatto e facciamo da tempo, perciò sappiamo che sono tutte balle. Basterebbe ricordare l’elenco dei centri accreditati, da noi pubblicato mesi fa, disposti a prendere in carico gli ospiti del centro ormai dimessi dall’Asl e a cui nessuno ha mai fornito risposta, per rafforzare la tesi. Una disponibilità ignorata che -tornando al neorealismo- ha molto colpito i nuovi inquirenti e che, di per sé, giustifica l’evocazione di certe condotte fuorilegge. Sarebbe opportuno, dunque, che alla prossima assemblea pubblica si trovi un’altra pezza d’appoggio visto che non ci vuole molto a capire quale sia il vero interesse del paziente: che non può che essere l’assistenza a norma di legge, in strutture autorizzate. Punto.

E il demenziale? Semplice: continuare a cianciare di “accreditamento da scongelare”, di “incontri con il Dg dell’Asl Giordano per sbloccare i finanziamenti (quali?)”, di “intervento presso la Regione per gli adempimenti” (ce lo vedete De Luca – che ora dovrà pure rispondere all’interrogazione del 5 Stelle Cammarano- disponibile a violare la legge per l’ex Ises, come pure quel misterioso imprenditore piovuto da Milano garantiva ai disperati ex soci alcuni mesi fa?).

Il drammatico? Che qualcuno ancora ci creda.
dal quotidiano “Le Cronache” del 22 aprile 2017 

 

 

Peppe Rinaldi

Giornalista

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