DemosArriva il primo bagno pubblico per trans e affini

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Duemila abitanti e una grande ambizione: essere il primo posto d’Italia ad inaugurare un bagno pubblico “No gender”, dove, cioè, la si può far seduti oppure in piedi a seconda di come si è o ci si senta. Dentro. Ma pure fuori. Il primato è raggiunto: la pubblica latrina che non discrimina sarà infatti inaugurata oggi alle 10 a Ospedaletto d’Alpinolo, provincia di Avellino, splendida area irpina interna elevatasi al rango di una Los Angeles o di una Toronto quanto ad avanguardie civili cosiddette.

 

La ritirata senza genere l’ha prima pensata e poi realizzata l’amministrazione comunale per le celebrazioni rituali della Candelora, da oggi fino a giovedì. Il vespasiano è stato installato in piazza Mercato, luogo di transito e ristoro per il pellegrini del santuario di Montevergine che ospita la celebre Madonna nera (Mamma Schiavona) venerata da secoli dagli omosessuali, eletta a propria santa patrona da quando nel 1256 due giovanotti riuscirono a salvarsi per intercessione mariana dopo che, scoperti in flagranza sessuale specifica, furono condannati a morte per relegazione nei boschi del monte Partenio.

Da qualche tempo il quadro è cambiato: prima erano i femminielli, con tutto il loro tragico fascino antico, oggi ci sono acronimi (Lgbt) e neologismi (gay, transgender, metro-sexual, etc.), schieramenti politici e istituzioni, testimonial (Vladimir Luxuria non si perde un appuntamento annuale) e tanto, tanto afflato normalizzatore. Però ricco di buone intenzioni, al punto da determinare una giunta e un consiglio comunale ad impegnative riflessioni preliminari, mediate dal sindaco Antonio Saggese, in vista della storica conquista: “E’ un’assunzione di responsabilità politica per essere in grado di accompagnare la nostra comunità verso i cambiamenti che stanno investendo la società ed il costume”.
Ed ecco quindi il bagno pubblico numero 3 (nostra semplificazione) dove a differenza dell’1 o del 2 per ordinari maschi e femmine, non si patiranno obblighi ‘genitali’: “Bagno neutro. Chiunque può usarlo indipendentemente dall’identità di genere” recita il messaggio all’ingresso della piccola ma eloquente opera pubblica sul cammino dei pellegrini, omo ed etero che siano. Se la toilette, intesa come tazza che non discrimina e non ghettizza sia di forma diversa o a quale altezza sia stata sistemata, potrebbe essere una curiosità omotransfobica, ciò che gli appuntamenti di queste giorni irpini intendono azzerare. Infatti, non solo c’è il primo vespasiano che separandosi non intende separare nessuno, ma anche due targhe ai confini territoriali di Ospedaletto, paese “Contro la omotransfobia e la violenza di genere”. Le convulsioni dell’abbazia territoriale benedettina sublacense, il cuore della secolare tradizione prima che anche qui divenisse affare di timbri e certificati statali, sono state rare. Da questa diocesi proveniva il famoso prete noglobal don Vitaliano della Sala. E si vede, malignano alcuni.

Infine, l’orgoglio del sindaco in vista di domani, quando sarà conferita la cittadinanza onoraria ad una coppia gay originaria del posto ma residente altrove. Essere stati i primi ad usufruire della legge Cirinnà (la senatrice Pd, plaudendo al bagno, sarà in videoconferenza durante l’omaggio) è parso un requisito di merito per il significativo riconoscimento. Un po’ come la stessa omosessualità.
dal quotidiano “Libero” del 29 gennaio 2017

 

Peppe Rinaldi

Giornalista

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