ARCHIVIONella città dove si fermò Cristo il ‘salvacondotto’ te lo dà il Pd

admin03/09/2014
https://www.eolopress.it/index/wp-content/uploads/2014/09/pd-logo-partito-democratico.jpg

pd-logo-partito-democratico

La militanza politica a volte salva. Fino ad un certo punto, certo, ma intanto salva. Da cosa, quale militanza politica e dove? Dalla mano pesante della legge, ad esempio, dalle conseguenze di un atto illecito o illegale, dal fio per la propria condotta. Quale militanza politica? Quella nel Pd, cosiddetto Partito Democratico (e quale se no?). Dove? Dove si è fermato Cristo, ad Eboli, città eternamente guidata dalla sinistra. Drammaticamente.

 


Nel centro reso celebre da Carlo Levi se sei di quel partito puoi dormire sonni tranquilli: puoi costruire abusivamente e quindi non rispettare la legge; esaltare camorristi sui social-network; fregartene delle prescrizioni di altre istituzioni sovraordinate in specifici contesti; organizzare feste o sagre senza autorizzazioni appropriandoti di spazi pubblici dal valore milionario, etc. Sembrano accuse di un folle e lo sarebbero pure se non fosse che l’evidenza e la certezza dei fatti spingono in quella direzione.
Qualche esempio? Il caso Ises dice niente? E quello del centro sportivo di Santa Cecilia, lo Spartacus, dice niente? Un consigliere comunale Pd avvinghiato ad un criminale sanguinario in una foto su Fb, dice niente? Le assunzioni di altri parenti di camorristi in società “emanazione” dell’ente, dicono niente? Seguendo i ritmi mediatici locali sì, queste cose dicono niente o molto poco.
Vediamoli questi casi, sinteticamente.

L’Ises è la famosa clinica del Pd completamente fuori legge: al netto dei guai che il centro ha con il ministero per lo Sviluppo economico e con l’Asl, ci sono procedimenti di chiusura avviati dal comune che non si capisce che fine abbiano fatto; dagli uffici fischiettano imbarazzati perché non sanno cosa dire; i vigili urbani fanno finta di non vedere e addirittura in un sopralluogo del 26 maggio scorso non stilano un rapporto -come dire?- normale, come si fa per i comuni mortali: nessuna richiesta di esibizione di Scia, Dia o altre diavolerie, niente inizio o fine lavori, niente esibizione di autorizzazioni. Atti già nei fascicoli di indagine della procura. Si vedrà ora come se ne usciranno dal comando vigili urbani (guidato da un’ottima persona, il tenente Marco Garibaldi, forse ignaro dell’andazzo) appena uno dei tre pm che stanno radiografando il gigantesco affaire Ises incroceranno le informazioni. E’ notizia di pochi giorni fa: sembra che la procura di Salerno abbia delegato proprio la Polizia urbana per alcuni rilievi d’indagine. Cos’altro ci sia ancora da approfondire non si capisce: è tutto nero su bianco, basta andare all’Utc comunale, nella sede Asl del distretto o anche di Salerno per capire ciò che è sotto gli occhi di tutti. Da sempre. Poi c’è un piano superiore della palazzina che ospita la coop per disabili, completamente abusivo e impossibile da sanare, per non dire della destinazione d’uso (per civili abitazioni, non sanitaria cioè) delle barriere architettoniche (in un centro per disabili sono il colmo, basterebbe questo per chiudere baracca e burattini) e l’universo mondo, compreso stravaganti ipotesi di contratti di portierato agli inquilini (per interposta persona?) allo scopo di indorare la pillola. Vanamente. Invece, sembra che essendo quella la “clinica del Pd” nessuno osa mettervi mano sul serio: finché sarà possibile, ovvio.

Le ultime ore sono state eloquenti: abbiamo letto su un paio di testate locali che sarebbe tutto in regola, che ci sono tutte le autorizzazioni e che è in atto una campagna di stampa interessata alla captazione del budget dell’Ises e scemenze del genere. Libero ognuno di prendere in giro lavoratori e pubblico come crede, liberi gli amici giornalisti di bersi qualsiasi fesseria trascrivendola. Sta di fatto che l’Ises è ‘spacciato’ per sua unica responsabilità, per non aver mai regolarizzato la posizione negli ultimi 20 anni come hanno fatto tutti gli altri, più o meno. Certo, costava e bisognava scegliere cosa fare con tutti quei soldi pubblici che l’Asl regalava ogni anno (e qui ci fermiamo per carità di patria). Ora si cerca di trovare una soluzione in extremis, contando anche sull’unità di riabilitazione del Distretto sanitario di Eboli. Dove le prescrizioni imposte dai vertici Asl -cioè trovare immediatamente una sistemazione ai disabili in altri centri perché il rapporto con il Ssn è ormai interrotto- viaggiano a rilento. Il responsabile dell’unità, il neuropsichiatra infantile Salzano, non ci è stato possibile contattarlo ieri: volevamo chiedergli se stesse dando seguito alle indicazioni dei suoi superiori e cosa abbia deciso dopo il suo incontro dell’altra mattina con i vertici della coop in località Acquarita. Proveremo in un’altra occasione. Si precisa, poi, che nello stesso dipartimento del dottor Salzano, nell’ufficio di fianco, vi lavora un medico del settore, un parente stretto del quale è stato assunto all’Ises. Coincidenze.

L’obiettivo è chiaro: prendere tempo, preparare ricorsi, non si sa mai, gettare a mare un numero di lavoratori ancora da definire, conservare qualche minima credenziale con l’Asl (in fondo, sono tutti amici e/o consulenti degli amici) grazie ad antiche e nuove relazioni, salvare un “pezzo di carta” impossibile per chiunque da ottenere in quelle stesse condizioni. Sembra che la direttrice sia l’agro nocerino-sarnese, forse proprio Nocera: si tratta di capire a quale struttura già esistente nella zona si faccia riferimento per mantenere il ‘pacchetto’ più o meno integro. Sempre che la procura non intervenga prima.

Nelle prossime ore ci sarà l’ennesimo incontro con i sindacati che d’incanto si accorgono del loro ennesimo fallimento. Il capo dell’Asl, Antonio Squillante, non ci andrà ma vi ha spedito due ‘big’: Federico Pagano (figura centrale in questa storia) e il dottor Capone, capo della commissione che ha dato parere negativo, pur avendole provate tutte, per l’accreditamento della struttura. In pratica i due non potranno far altro che spiegare alle legittime controparti lo stato dell’arte. Cioè, che si va a casa: un mese, due, forse tre ma la storia si conclude. Poteva concludersi bene per tutti, invece sta scivolando verso il baratro. 

Nella prossima puntata racconteremo un’altra piccola epopea, analoga fino ad un certo punto, alla storia Ises: quella del centro Spartacus, affidato senza convenzione, con manufatti abusivi realizzati di fresco, con vigili urbani che non vanno a controllare nonostante vi siano lettere ad hoc e dove le regole hanno già preso il volo. Per l’Africa(1-continua).

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Cronache del salernitano” del 3 settembre 2014)

 

admin

Leave a Reply