ARCHIVIORifiuti e tumori: archeologi campani contro la «maledizione di Sandokan»

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NAPOLI- Archeologi campani contro ‘la maledizione di Sandokan’. Non la ‘tigre della Malesia’, ma Francesco Schiavone, boss del clan camorristico dei Casalesi legato al traffico e allo smaltimento illegale di rifiuti. La provocazione e’ di Antonio Marfella, tossicologo-oncologo dell’Istituto nazionale tumori ‘Pascale’ di Napoli, membro del direttivo regionale dell’Isde ‘Medici per l’ambiente’. Lo spunto e’ dato dalla morte a soli 57 anni di Marisa Mastroroberto, archeologa attiva negli Scavi di Pompei.

 

Ultimo di una serie di decessi dovuti a tumori alle vie respiratorie tra i dipendenti degli scavi. Marfella non ha dubbi: “Una morte legata all’amianto, quello smaltito nei siti demaniali in tutta la Campania e – spiega all’Adnkronos – in particolare nei siti archeologici. Questi sono siti preferenziali per lo sversamento di amianto ma non solo, piu’ in generale di rifiuti tossici. Un esempio e’ rappresentato dai fusti di diossina nei dintorni di Acerra, sversati dai camorristi li’ dove sono le tombe dei sanniti massacrati dal console Marco Corvo nella Seconda guerra sannitica e sepolti nelle fosse comuni dell’antica citta’ di Suessola, dove oggi c’e’ la frazione di Calabricito. Una piccola Pompei contro la quale si e’ scagliata la camorra”.

Non meraviglia quindi, spiega ancora Marfella, “che lungo la strada che porta alla discarica di Terzigno i siti demaniali come Pompei siano un luogo preferenziale per lo smaltimento di rifiuti altamente tossici come l’amianto. Utilizzando il sito demaniale il problema non e’ competenza di un privato ma diventa responsabilita’ dello Stato”.

adnkronos

Redazione Eolopress

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