ARCHIVIORavello, Gino Paoli «apre» al festival di Sanremo

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RAVELLO (SA)- Gino Paoli sta lavorando al suo ritorno a Sanremo su richiesta di Fabio Fazio. Lo ha confessato lo stesso cantautore genovese a Ravello, dove ha ottenuto grande successo il concerto che lo ha visto protagonista sul Belvedere di Villa Ruffolo, accompagnato da uno straordinario Danilo Rea (foto).

Paoli si e’ presentato nei giardini del parco al tradizionale incontro di mezzogiorno con gli ospiti del Ravello Festival con tante cose da dire. Intervistato dal direttore artistico del Ravello Festival, Stefano Valanzuolo, il cantautore e’ sembrato perfettamente a proprio agio, parlando a ruota libera, come del resto fa da sempre.

Il 77enne artista, pungolato dalle domande, ha rivissuto in poco piu’ di mezz’ora la sua incredibile carriera, stimolato dal ”luogo magnifico e dalla straordinaria atmosfera di Ravello” come lui stesso l’ha definita. ”Il mio jazz nasce nel ’45 con la tromba di Louis Armstrong che esce viene fuori da un carro armato americano posteggiato davanti casa mia, a Genova”, ha detto Paoli per spiegare il suo ultimo periodo artistico inaugurato nel 2007 e votato all’improvvisazione, periodo segnato da numerose collaborazioni con alcuni dei maggiori jazzisti italiani: Enrico Rava, Danilo Rea, Flavio Boltro, Rosario Bonaccorso e Roberto Gatto. ”Poi, dieci anni fa, l’opportunita’, il sogno che avevo a 18 anni si avvera: quello di diventare il cantante di un gruppo jazz”. L’importanza della televisione nella sua carriera? ”La televisione non mi piace. Non la guardo anche se sono convinto del suo straordinario potenziale. Purtroppo lo strumento non e’ utilizzato come dovrebbe. Per questo non mi piace andarci, – ha confessato – e faccio un’eccezione solo quando e’ qualche amico a chiedermelo”. A seguire, poi, l’anticipazione… ”Fabio Fazio mi ha chiesto di andare al prossimo Festival di Sanremo. Lui, appunto, e’ un amico”. E sui progetti e sulle idee future ”Le idee ci sono ma sono solo emozioni, per ora. Il difficile, in un periodo come questo, durante il quale mi sembra di essere sott’acqua e di non avere speranza di luce, e’ tradurle in qualcosa di concreto come una canzone. Dall’acqua pero’, prima o poi bisogna riemergere. E’ necessario intravedere un orizzonte anche in un momento brutto. Per quanto questo orizzonte sia difficile da trovare, oggi, io mi ostino a cercarlo. Tutti mi reputano un pessimista: io, al contrario penso, di essere un ottimista. Credo, cioe’, ci sia sempre un amico al bar pronto a cambiare il mondo”.
(adnkronos)

 

Redazione Eolopress

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