IN CITTA'OmissisEboli, Ises e “Casa del pellegrino”: raffica di indagati

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Il pm Cassaniello ha chiuso le indagini: al via le notifiche, coinvolti circa 30 soggetti tra consiglieri, assessori e funzionari pubblici. C’è anche una terza inchiesta nata prima dell’estate mentre la Corte dei Conti si muove per i primi 1,7 milioni dei fondi Ue persi a causa dell’amministrazione comunale.

Il sostituto procuratore della repubblica presso il tribunale di Salerno, Valleverdina Cassaniello, ha chiuso le indagini sulla vicenda della “Casa del Pellegrino”, la struttura nata e finanziata con fondi Ue per una cosa ma utilizzata per altro per volere dell’amministrazione comunale di Eboli: doveva accogliere ragazze madri, pellegrini religiosi e varia umanità legata al disagio, invece il sindaco Massimo Cariello impose che fosse temporaneamente ceduta alla cooperativa bancarottiera Ises che di “sociale” aveva ben poco essendo la relativa mission tipicamente sanitaria. Una vecchia storia che si lega alla gigantesca truffa da oltre 12 milioni di euro scaricati sulla collettività grazie ai disegni opachi del sindaco e di quanti (consiglio e giunta comunali, Asl, ispettorati e organi di controllo vari) hanno dato il via libera a questa operazione, peraltro tuttora in corso e in attesa del “miracolo” del Tar, che ancora deve pronunciarsi dal 19 giugno scorso sul recupero di un accreditamento negato in ogni sede. Vedremo anche questo a tempo debito.

Intanto quel che filtra dagli uffici giudiziari è la notizia della chiusura di indagini durate oggettivamente troppo tenuto conto della platealità di reati e condotte: il provvedimento non l’abbiamo ancora letto (questione di poco tempo e sarà notificato agli interessati) ma fonti molto accreditate confermano la circostanza. Giornalisticamente si parlerebbe di “raffica di indagati” secondo il cliché universalmente riconosciuto: ed è proprio così, dovrebbero essere circa 30 i soggetti nei confronti dei quali le indagini sono state concluse e per i quali si profila l’avvio di un lungo ed oneroso processo per gli anni a venire.
L’ipotesi di reato cardine è l’abuso d’ufficio in concorso (art.323 cp) nell’aver forzato ogni normativa (oltre che la logica) concedendo a un soggetto giuridico decotto (la vecchia Ises) l’utilizzo di un bene finanziato con danaro pubblico per fini diversi, a parole per una causa nobile, nei fatti per la prosecuzione di un disegno criminoso ormai prossimo al disvelamento finale. Una vicenda che ha assorbito pure lo sfacciatissimo cambio di destinazione d’uso di un altro immobile, quello di via Ceffato (Palazzo F&M), trasformato – pure qui violando norme e leggi- da commerciale in sanitario, votato nel dicembre 2016 da un consiglio comunale imbarazzante almeno quanto il resto dell’entourage, politico ed amministrativo, che gira intorno al primo cittadino. Ecco perché il numero degli indagati risulterebbe così elevato: sarebbero finiti infatti nelle maglie della giustizia, come ampiamente annunciato da anni su queste ed altre colonne, i consiglieri comunali che votarono quella delibera e la giunta intera al netto delle assenze, tecnici e funzionari comunali, il commissario liquidatore (avvocato Angela Innocente) e attaché vari dell’amministrazione che pure hanno sguazzato nel torbido.  Il tutto, si ricordi sempre, sulle spalle di disabili dimenticati ancora oggi dal mondo. 

Non è da escludere pure il concorso in bancarotta, ipotesi vagliata dal pm procedente ma maggiori dettagli li potremo fornire solo quando materialmente avremo il provvedimento: va da sé che, ove ci fossero com’è sempre possibile, anche le eventuali imprecisioni saranno qui corrette. Di certa v’è la chiusura delle indagini ai sensi dell’art.415 cpp che normalmente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.
Va anche ricordato che questa storia della Casa del Pellegrino, finita pur essa travolta dalla bulimica ricerca di vantaggi diretti e indiretti del sindaco Cariello, sarà una rogna per la collettività ebolitana sotto il profilo finanziario: la perdita del finanziamento di circa 6 milioni di euro, nonostante i tentativi disperati di recuperare presso la Regione Campania (dove alcuni funzionari hanno pochi mesi fa commesso l’ennesimo reato mettendo nero su bianco che persi quei soldi ce ne sono altri su un altro capitolo dei fondi Ue, un fatto su cui torneremo prossimamente) non è una faccenda chiusa e pende come la classica spada di Damocle sul capo dell’ente. Quel che è invece accertato è che la Corte dei Conti sta affiancando la procura di Salerno (a sua volta preda di una macroscopica confusione da vacatio che ha sinora “protetto” l’affarismo sistemico intorno al comune di Eboli)  e sta procedendo per una quota del finanziamento pari a circa 1,7 milioni di euro, la cifra per ora certificata del danno causato solo per questa storia. Ne verranno molte altre, è solo questione di tempo.

Sull’intera vicenda Ises, dal punto di vista penale, si registrano quindi tre indagini: una del pm Guarriello, questa di Cassaniello e un’ultima, forse la più pesante, coordinata dal sostituto procuratore Maurizio Cardea. Si va dalla truffa nel conseguimento delle erogazioni pubbliche all’abuso d’ufficio, dalla bancarotta fraudolenta alle violazioni urbanistiche, dal falso materiale a quello ideologico, insomma una carrettata di delitti che impegneranno giunta, dirigenza comunale ed ora anche diversi consiglieri comunali, oltre che i vari soggetti dell’Asl di Salerno via via coinvolti nella celebrata truffa al servizio sanitario nazionale, all’Inps e ai ministeri collegati. 

Peppe Rinaldi

Giornalista

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