IN CITTA'OmissisEboli, via Vignola: ecco il Signore dei piccioni

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Se le vostre auto sono ricoperte da escrementi di piccione, se le ringhiere dei vostri balconi sono spesso bersaglio della loro orripilante defecazione, se il guano che beatamente si adagia sulle strade e sotto la suola delle vostre scarpe -e che poi trasporterete nelle vostre case- raggiunge perfino l’ingresso di molte scuole primarie (vedasi via XXIV maggio), se spesso siete “aggrediti” da questi disgustosi uccellacci, lo dovete (anche) a persone come questa di cui vi raccontiamo: siamo in via Vignola, pieno centro cittadino dove ogni mattina, da tempo immemore, un signore porta grandi quantità di cibo ai piccioni urbani che, intelligentemente, sanno che ad una certa ora il pranzo sarà servito e lo aspettano appollaiati di qua e di là. C’è pure un’aggravante, diciamo: oltre ai piccioni, il personaggio sembra essere anche un gattaro, figura tipica dell’immaginario di ognuno di noi, spesso avversata giustamente dalle persone normali per via degli olezzi che rimandano i bisogni dei felini. Quindi un mix pericoloso.

La scena è raccapricciante: decine e decine di volatili si accalcano vorticosamente attorno alla pappetta appositamente preparata da chi forse crede di compiere un gesto nobile, di carità, di amore per gli animali, poi, finito la colazione si librano in volo lasciando i propri ricordini ovunque (purtroppo mai in testa o sull’auto dello stesso protagonista) Sembrano topi con le ali e in effetti lo sono, forse anche peggio perché, si sa, hanno perso la paura dell’uomo: cosa che li rende aggressivi, insistenti, fastidiosi vettori di germi e batteri che prima o poi colpiranno anche i parenti di tanti amanti degli animali: le infezioni causate da questi disgustosi uccelli viaggiano sotto traccia, sovente colpiscono i bambini e gli anziani, in pratica quanti hanno la soglia della vigilanza più bassa per ovvie ragioni.

Ora, essendo impossibile far ragionare queste persone  perché l’animalismo (o anche un certo generico, modaiolo “amore per gli animali”) è una vera e propria ideologia, una sorta di religione, un po’ come i vegani, e non a caso spesso le due categorie coincidono, la speranza è che anche nella città di Eboli venga inserito nel regolamento di igiene urbana (dai nostri controlli non è stato possibile appurare se vi sia già) il divieto di cibare gli orribili ratti volanti. Non risolverà granché ma sarebbe un primo passo, un segnale, qualcosa. Certo, le premesse non sono entusiasmanti se si considera che tra le preoccupazioni della politica locale (e non solo) c’è un non meglio specificato “benessere animale”: quale, quello che rende nevrotici informi cagnolini che invece di abbaiare ormai squittiscono, rivestiti con abitini, magliette e fiocchetti e che accompagnano ormai una cifra impressionante di persone che hanno scambiato il proprio capriccio per “benessere animale”? Non ci resta che sperare nei gabbiani i quali, crudelissimi a dispetto dell’immaginario letterario che li accompagna, saprebbero bene cosa farne dei piccioni.
(pierre)

Redazione Eolopress

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