IN CITTA'Eboli, cercasi panchine…una filastrocca per sdrammatizzare

Noemi Lamberti24/11/2018
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Argomento che in queste settimane è stato a lungo dibattuto sui social è stata la scomparsa in città delle panchine, sparite qua e là durante i mesi in alcune zone del centro urbano, soprattutto in piazza della Repubblica dove, al plauso per la cura del verde che è in queste ore sotto gli occhi di tutti, con la piantumazione di nuovi arbusti come gli allori e i cespugli di bacche rosse, si aggiunge l’incredulità, il disappunto di molti per la rimozione delle sedute in prossimità del monumento ai caduti.

Ed è sempre sui social che si segnalano anomale sparizioni, interventi commissionati ad arte dietro segnalazione di chi una panchina sotto casa proprio non la vuole: invoglierebbe al bivacco, favorendo schiamazzi e soste sgradite. Basterebbe una telefonata alla persona giusta, una richiesta fatta all’amico dell’amico per far scattare l’intervento di rimozione. E intanto le panchine spariscono come funghi. Ben venga il riutilizzo, come in una grande famiglia non si butta via niente, ma sarebbe opportuno che l’amministrazione pubblica munita di progetto per il ri-arredo urbano contribuisse con trasparenza al benessere psico-fisico dell’intera comunità.    

E per tirar su il morale una filastrocca voglio dedicare:

C’era una volta e ancora ci sta,
una città che panchine più non ha,
forse non tutte ma più di una dozzina
spariscono silenti, dalla sera alla mattina.
I cittadini, curiosi ebolitani
non riescono a capire, chi ci ha messo le mani.
Sui social si consuma una fervente discussione,
l’inizio di una lunga popolare inquisizione.

Nell’occhio del mirino,
una sparizione a San Berardino.
“Per capriccio o per dispetto,
non si sieda più il vecchietto”
si commenta con rispetto,
l’accaduto ed il sospetto.

Alla Villa Comunale,
di panchine un arsenale
son scomparse in sordina,
eran più di una decina.
“Chiedo scusa signorine
sul muretto accomodate,
son sparite le panchine
chi le ha toccate? ”
“Non ci abbiamo fatto caso,
ce le han fatta sotto il naso”

Si solleva un polverone,
si scatena l’opinione,
“Troppi stranieri in questa piazzetta,
se non si siedono loro
che nessuno più “s’assetta””
Sembra un’ esagerazione
una tale conclusione,
noi siamo un’eccellenza
in campo di accoglienza.

E se per caso invece, le avessero spostate?
L’ipotesi improbabile, che vengan riciclate?
Gli alieni, gli sciacalli, lo scorzamauriello?
e la leggenda della panchina apparsa all’ ex macello?
Gli animi si infervorano,
il popolo è ormai critico
a piazza Pezzullo crescono,
panchine come il basilico.

Il mistero si infittisce,
questa storia non finisce
via la panchina della caciara,
accanto al forno di Ferrara.
Metti, togli la panchina
È legale sta manfrina?
Chi lo sa,
ma domattina
fai anche tu una richiestina
e in silenzio ed omertà,
la panchina sparirà.

 

Noemi Lamberti

Scrittrice, blogger e autentica divoratrice di libri. Su Eolopress cura la rubrica "Il calamaio" dove recensisce autori vecchi e nuovi.

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