ARCHIVIOScampia non vuole andare in tv: «Sfruttate i nostri guai, come Saviano»

admin06/01/2013
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Scampia interno Vele

A Scampia non si soffre soltanto per quel che raccontano le cronache e le immagini diffuse dai Tg. La popolosa area nord di Napoli sconta una pessima fama amplificata dal perverso incrocio tra l’antimafia professionale di politica e movimenti di vario colore, informazione e business giornalistico-letterario la cui icona fondamentale si incarna nel libro di Saviano, l’arcinoto Gomorra.

 

Il prossimo 28 gennaio, manco a dirlo, inizieranno le riprese di un’omonima fiction televisiva: telecamere, troupe, attori e registi gironzoleranno per il quartiere per realizzare il lavoro prodotto per Sky dalla Fandango. Supervisore, oltre che cedente dei relativi diritti, sarà lo stesso partner di Fabio Fazio. Il che lascia presagire l’ennesima moltiplicazione esponenziale della solita immagine del rione. 

C’è chi però si è stufato dell’andazzo e pretende un po’ di verità per un’area della città e, soprattutto, per i suoi abitanti che, oggettivamente, non possono certo essere tutti «scissionisti» o «girati». E’ l’avvocato Angelo Pisani, presidente della “VIII Municipalità Scampia”, noto anche per essere il legale di Maradona nella celebre vertenza col fisco italiano.

Pisani dice:«Saviano, per quanto non volontariamente, ha fatto a Scampia danni incalcolabili alla reputazione già disastrata dai camorristi. Basta con speculazioni mediatiche  e cinematografiche». Poi rilancia: «Non permetteremo di utilizzare le Vele e le strade di un quartiere per produrre altri danni d’immagine piuttosto che favorire la riqualificazione di un territorio mortificato non solo dai camorristi e dai loro affari. Credo sia utile che Sky, produttori, regista e lo stesso Saviano, che partecipa al business, sappiano che come presidente dell’Ottava Municipalità negherò qualsiasi autorizzazione allo sfruttamento di immagini e luoghi comuni in danno del territorio; prometto insieme alla cittadinanza una dura, fiera, feroce opposizione a qualsiasi ricostruzione strumentale».

Pisani, poi, va al sodo: «Diffido chiunque,  anche con azioni legali preventive, alla diffusione di qualsiasi contenuto che possa ulteriormente rappresentare in maniera distorta la realtà e mortificare l’immagine di Scampia».

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 6 gennaio 2013)

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